Inversione di marcia lungo la Utah 14, è già abbastanza tardi. Abbiamo sforato tutti i “budget” di tempo a Cedar Breaks National Monument, ma le ore spese sono state impiegate ottimamente. Perché i vistapoint sono belli, ma dopo un po’ hai voglia di tuffarti dentro la natura, di toccarla con mano, di camminare lungo i trails, di emozionarti nel rubare qualche scorcio non già stravisto sulle guide; questa mattina siamo riusciti a farlo. Percorrere a ritroso la strada fino all’incrocio con la US89 è come rivedere un piccolo cortometraggio al rallentatore; la fretta di arrivare all’andata mi ha fatto perdere un sacco di particolari del paesaggio. Bellissimi chalet con grosse vetrate al posto delle pareti dei piani superiori riflettono il blu del cielo; piccole mandrie di bovini al pascolo rendono il paesaggio più alpino che da centro Utah. E’ impressionante la concentrazione di Suv in queste strada; a parte qualche turista munito della classica berlinona, le vetture circolanti sono tutte extra large. Dell’America mi piace tutto, ma non riuscirò mai a capire cosa li spinga a comprare macchine alte più di due metri, con cilindrate esorbitanti se poi si viaggia sempre e comunque non superando i centodieci km orari. E’ forse una delle tante contraddizioni di questo enorme “mondo”.
Rimboccata la US89 scorgiamo in lontananza, sulla destra, le rosse rocce del Red Canyon; è lì che dobbiamo andare, da quel punto inizia la Utah 12. E’ facile confondersi in America con il numero delle strade, ma è impossibile accomunarne ogni altra alla UT12. Considerarla semplicemente una Scenic Byway è senza dubbio riduttivo; sto parlando di 124 miglia circa di piccoli paesini, parchi naturali, passi di montagna, cascate nascoste e ogni altra cosa che possa emozionare. La Utah 12 offre ogni tipo di escursione, dalla semplice passeggiata, all’esplorazione di canyon pressoché disabitati; dalla ricerca in pieno territorio arido di leggendarie cascate fino all’escursione in auto lungo vie primitive e inesplorate. Tutto è ammesso, tutto presuppone però la dovuta preparazione e competenza. Asfalto liscio come un biliardo, guidare qui è quasi un sogno; la UT12 ci dà il benvenuto con lo scenografico Red Canyon. Piccoli tornanti fungono da piccola guida all’interno di questo paesaggio quasi irreale da quanto è rosso. Il cielo sta volgendo al variabile e i giochi dei raggi di sole esaltano ancora di più i rossi pinnacoli del canyon; le corte gallerie, o meglio archi, scavati sopra la strada, rendono il tragitto un vero documentario naturale. Non ho mai visto tante piazzole di sosta come sulla UT12, quasi a rendere più agevole il compito dei turisti tutti presi nel cercare di incorniciare le meraviglie locali. Ovviamente mi fermo in tutte, fino a che la mia compagna intelligentemente mi fa capire che con questo ritmo mi ci vorrà una settimana per arrivare ad Escalante.
Giusto per la cronaca, oggi non abbiamo ancora pranzato; ottima scusa per fermarmi al Ruby’s Inn, alle porte di Bryce. Nel 2002 ho dormito qui e tornarci anche solo per rubare un veloce panino mi dà una certa emozione; sarò matto io, oppure saranno fenomenali queste praterie a duemila metri di altezza, ma l’aria del south west ha un profumo tutto suo. Una volta che si visitano i suoi luoghi si rimane ammaliati per sempre. Fortuna vuole che la tavola calda sia pressoché vuota e risolviamo la pratica pranzo in pochi minuti. Siamo in perfetto orario con Escalante e la sua Devils Garden, sempre che la trovi, perché allora non investire un’ora e rifarci gli occhi a qualche vistapoint del Bryce Canyon National Park? In fondo è a pochi minuti di distanza dal Ruby’s Inn. Appena entrati nel parco cerchiamo frettolosamente un parcheggio libero, impresa sempre difficile; il Bryce Canyon è uno dei parchi americani con il più alto appeal tra i turisti, data la sua bellezza e anche stranezza. Il suo anfiteatro di pinnacoli rossi, per la vastità fa impallidire Cedar Breaks National Monument; ma per cogliere appieno l’atmosfera magica di questo luogo occorre almeno farsi un trail quale il Navajo Loop o il Queen’s Garden. Ma è già molto fare una fugace apparizione lungo i balconi di Inspiration, Sunset, Sunrise e Bryce Point. Meglio non indugiare troppo, è veramente ora di raggiungere la meta. Oggi sono vittima della frenesia, visto che ho predicato durante tutta la programmazione del viaggio di attenermi alle tappe prefissate e invece… eccomi qua a rincorrere vecchi fantasmi come Bryce. Ma la Utah 12 è così, ad ogni angolo c’è uno svincolo che conduce a potenziali escursioni; per questa strada vale il discorso fatto per Moab e Page; se si hanno una decina di giorni di vacanza, queste località permettono ogni giorno di vedere qualcosa di diverso. Scusate se è poco. Intanto abbandono le alte praterie della zona di Bryce e cominciano i panorami sconfinati, proprio poco dopo l’incrocio con la Cottonwood Road. Piccole fattorie con le loro ruote di irrigazione danno un tocco di verde al paesaggio rossastro dello Utah; mancano una cinquantina dikm a Escalante e il cielo comincia ad annuvolarsi. Speriamo che la situazione alla meta sia serena, altrimenti la Hole in the Rock si trasforma in un pantano. Ma non è ora di pensarci, lascio che un Country Roads d’annata mi accompagni nella guida mentre mi godo ogni metro di questo paradiso.
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giotto |
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