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New York City, USA
United States of America flag New York | USA

New York City

 
Latitude - 40° 42' 52'' N
Longitude - 74° 00' 21'' W
 
"New York era la sua città
e lo sarebbe sempre stata
"
Woody Allen
   
july 1989 ~ 1993 / august 1997 / september 1999

New York, la citta' che non dorme mai

soundtrack: New York New York, LIZA MINNELLI - 1977
 

Chapter

Partenza: venerdì pomeriggio da Venezia per Amsterdam un'ora di sosta e poi via per il John F. Kennedy International Airport. Saliamo in orario sul volo da Venezia, ma mi accorgo di un problema: noi siamo in fila 24. L'aereo ha 25 file e comincia a salire gente con il posto 26F e 27A. Vedo discussioni (dal fondo dell'aereo non capisco) poi vedo che scaricano bagagli. Vabbè, panico: non si parte. Dicono problemi di traffico (a Venezia?); 45 minuti di ritardo. Il volo per fortuna dura 20 minuti meno del segnalato sull'orario. La stessa mega corsa per l'aeroporto (lo Schipol e' lungo ve lo garantisco, specie se sei ai due poli opposti). Riusciamo a prendere il volo e, fortunatamente, il volo stesso parte con 50 minuti di ritardo (così ho più probabilità per i bagagli penso). Era tanto che non volavo con un jumbo: ottimo decollo, gran volo (manco uno scossone), pessimo film (Spiderman 2 fa schifino), pasto normale (da volo) ed arrivo in perfetto orario. Un video ci illustra la nuova procedura di ingresso negli usa: oltre ai soliti moduli ti prelevano le impronte degli indici sinistro e destro (nell'ordine) con uno scannerino apposito e ti fanno una bella foto digitale. Nessun ritardo nella procedura e nessun ditone nero. All'uscita in teoria si fa il check-out. Dovrebbero esserci delle macchinette automatiche dove introduci il passaporto a lettura ottica e poi le impronte in sequenza per certificare la tua uscita dagli Usa. Dico "in teoria" perché nella pratica Boston non era ancora pronta e quindi non abbiamo fatto il check-out come descritto. Arrivo al JFK, ritiro bagagli, dogana e poi via verso l'Hotel Bedford, sulla 42th east (appena dietro Grand Central Station ). Taxi? Abusivo; ho speso la stessa cifra (50 verdoni) di un taxi normale, ma era una semi-limo e non avevo voglia di contrattare. Dicono che si riesca comunque a spuntare anche 30-40 dollari. Il taxi normale costa 45 + pedaggi + mancia. Alloggio al Bedford: caro, ma decente. Il letto era ottimo, la camera normale, con il bonus della cassetta di sicurezza. Il bagno era vecchiotto, lavabo inadeguato, ma la vasca doccia era sufficientemente ampia da non creare problemi di appiccicamento pelle-tenda, doccia che tanto odio!

Muoversi a New York: il taxi conviene (si sale fino a 4 persone, perché ti caricano anche davanti); la mancia? Per le tratte a Manhattan mi hanno consigliato di arrotondare la tariffa al dollaro superiore e di aggiungere un altro dollaro. Autobus: difficili da capire (anche per i residenti); li ho evitati. Metro: sempre ottima nelle ore diurne (da evitare la sera quando c'e' poca gente in giro non tanto per la metro, ma quanto per l'uscita dalla stessa). Tariffe: la tratta costa due dollari. Esistono le metrocard che si acquistano dai distributori automatici anche pagando con carta di credito. Ci sono due soluzioni: paghi 10 dollari per 6 corse o paghi (mi pare, ma ne sono quasi certo) 21 dollari per corse illimitate con scadenza una settimana. Io ho fatto due metrocard a testa ed mi sono avanzate delle corse. Ho regalato le card al mio amico di New York. Le mie 4 giornate a New York City. Premessa: non ero interessato allo shopping, perché puntavo (e alla grande visti poi i prezzi) agli outlet. Consiglio: se anche andate a New York City e volete fare shopping, esiste un servizio navetta per Woodbury Common Premium Outlets. Ti portano la mattina e ti riportano la sera; se volete fare acquisti, andateci e lasciate stare i negozi di New York. Conviene e alla grande (esempio le t-shirt classiche della Puma a 8 euro, felpa di Ralph Lauren o Tommy Hilfiger a meno di 30 euro and so on). Primo giorno: classico approccio a Manhattan. Prima la Fifth Avenue, con soste varie tra cui Rockfeller Center (c'e' una splendida scultura dal titolo walk to the sky) e incontro con Cindy Lauper che aveva appena registrato un video e si concedeva agli autografi (deve rilanciare la sua carriera ed era molto disponibile). Visita alla Trump Tower con la sua fontana-cascata ed in genere vista delle vetrine con classico giro da Tiffany. Poi tutta la Broadway da Times Square a Chinatown. Una considerazione: New York cambia sempre; dall'ultima volta che ci sono stato il cambiamento e' stato in peggio, nel senso che le grandi catene hanno invaso la zona più a sud della città. Eliminando i negozietti tipici, pure il village sta mutando in questo senso e le avanguardie stanno ritirandosi in zone più periferiche (tipo la zona più a east del village), zone però non ancora del tutto visitabili in tranquillità, dal semplice turista (almeno così mi ha raccontato il mio amico). Quindi una piccola delusione da questo punto di vista, ma New York e' così: prendere o lasciare. Sera: cena in uno dei locali più cool di New York.

Al momento vanno di moda i locali fusion (che uniscono cucine diverse). Noi siamo andati in un locale che si chiama Sushi-Samba, prenotato due settimane prima. Gran cucina, gran locale (musica un po' altina), grandi porzioni (il timore e' che in questi posti ti facciano mangiare aria), grande coreografia dei piatti. Conto corretto: 51 dollari a testa mancia compresa (e te la mettono praticamente sempre in conto ormai). Ho preso dei piccoli gadget per Natale (fiammiferi) che a breve riceverà. Una notazione: Manhattan ha 3600 ristoranti. Il mio amico esce a cena 3 volte a settimana e cambia sempre locale. Li seleziona, ma in genere mangia bene. Esiste una guida (la Zagat) che copre i ristoranti (esistono Zagat pure per lo shopping, i musical ed anche per altre zone del paese come Boston o Long Island). Dette Zagat sono aggiornate annualmente con i giudizi dei lettori, quindi sono attendibili. Se vi trovate ad andare a New York, procuratevela se volete mangiare fuori la sera. Giorno 2: era domenica, siamo stati a Central Park e nella zona di Upper Manhattan, a spasso con Nuccio e la sua famiglia. Domenica vuole dire brunch; siamo fortunati: al quarto locale selezionato troviamo una fila di soli 20 minuti! Si chiama Popover. I Popover sono una specialità locale: trattasi di specie di palle di pane soffiate e vuote all'interno, da mangiarsi calde (e morbide) spalmate di burro alla fragola, grandiose. Poi, nel classico stile brunch, uova strapazzate per tutti, con varie salse e contorni (io mi sono beccato peperoni e salsiccia), il tutto accompagnato da tazzoni di caffè americano. Non ricordo il costo, ma basso (sotto i 30 euro che e' poco per un locale alla moda). Breve giro a Columbus Circle (abbiamo finito il brunch alle 4 passate) con sosta in libreria. Riposino e cena a casa di Nuccio, dove abbiamo mangiato indiano, ordinato a domicilio nel puro stile americano. Giorno 3: lunedì. Zona sud di Manhattan. Battery park (con vista sulla statua della libertà e su Ellis island). Sosta nel parco deve e' esposta la famosa scultura a palla che c'era sotto le due torri. Visita del museo indiano (tanto per fare i cagoni - fighetti che si interessano pure di cultura e storia nativa). Per Natale: da non perdere, e' una mostra a rotazione. In questo momento c'era una collezione di manufatti (come tu ben sai) creati da artigiani nativi a fine 800. Da brividi gli abiti (da quanto belli), ma il pezzo che più mi ha colpito e' stato un dipinto della battaglia di Little Big Horn, naif come stile, dipinto da un indiano che vi aveva partecipato insieme a Cavallo Pazzo. Non vi tedio oltre. Il tour e' proseguito con Wall Street e Ground Zero; da mal di stomaco la visita della vicina chiesetta. All'epoca era divenuto il punto di raccolta dei soccorritori.

Adesso è praticamente un museo della memoria. Foto (non molte) e testimonianze. Tra le poche foto, da panico quella della ringhiera della chiesetta, con le scarpe rimaste appese. I vigili del fuoco fuori servizio si erano cambiati sul posto, avevano indossato gli stivali da lavoro, ma non sono più tornati a cambiarsi. Penso che questa sia l'immagine più forte di quello che e' successo quel giorno e del fegato di certa gente, che si e' buttata nell'inferno. Rientro prestino per riposino e serata con musical: il Fantasma dell'Opera. Costo: ci sono posti da 50-55 dollari. Io ho speso 100 a persona, ma ero nei posti migliori e ne vale la pena. Il musical (con orchestra dal vivo) e' splendido, con incredibili cambi di scena, costumi e scenografie grandiose. Se potete andateci. ve lo ricorderete a vita! Giorno 4: martedì. Subito sull'Empire. Costo 12 dollari mi pare, molto ben spesi. La vista dall'alto di Manhattan e' sempre fantastica. Spiccava il grande vuoto giù a sud. Faceva un freddo incredibile e un vento gelido rendeva impossibile stare sul versante occidentale della terrazza (quello che guarda il New Jersey). Una particolarità che a me piace sempre da matti: osservare dall'alto i vecchi recipienti dell'acqua sul tetto dei palazzi più vecchi. Una cosa stranissima, se si pensa che si e' a due passi da luoghi ipertecnologici come Times Square. Di seguito sono passato negli uffici della Valentino Usa a salutare Nuccio e a prendere accordi per la cena. Interessante la vista dello show room privato del marchio con Carla letteralmente impazzita per le borsette e gli abiti dello stilista lì esposti. A me interessavano più le modelle, ma i camerini erano desolatamente vuoti (tutt'altro clima si respira in fase di cataloghi mi ha raccontato il buon Nuccio). Poi via a sud in metrò per girare il Village e Chelsea. Incredibili le facciate in ghisa degli edifici di Chelsea e la varietà di scenari del Village. A Chelsea non mancate di farvi un giro allo show-room della Apple: c'e' internet gratis oltre alla possibilità di vedere le ultime diavolerie della casa. L'oggetto cult del momento? l' I-Pod, un aggeggio più piccolo di una scatola di sigaretta con la capacità fino a 40 giga da riempire con musica mp3. Dicono che esista pure un accessorio che permette di scaricare il contenuto delle memory card. Un bel giochetto dal costo di 399 usd + tax (per i 40 giga). 100 dollari in meno per la versione da 20 mentre quella da 1 giga te la tirano dietro a meno di 100.

La Bose ha costruito attorno a questo aggeggio tutta una linea che culmina con uno stereo composto dalle casse con telecomando e dal semplice alloggiamento dell'I-Pod stesso. Scusate le eventuali imprecisioni e l'off topic, ma questo e' un oggetto di culto: in metrò, nei parchi tutti con l'I-Pod (o con i suoi parenti poveri con uguale design). Quindi comunque e' cultura americana e male non ci sta! Altra segnalazione: a Colombus Circle c'e' una bellissima show-room della Samsung, con tutti i prodotti da provare. Ho bighellonato per il Village e per Chelsea tutto il pomeriggio, per me e' la cosa più bella da fare: vedere la gente e dove e come vive. La sera cena al Village da Tio Pepe (messicano). Splendido bis di margarita e piattoni eccezionali. Da favola (letteralmente) la guacamole, che sarebbe la salsina verdastra a base di avocado; solitamente non l'apprezzo più di tanto, ma lì e' una specialità: arriva il cuoco e te la prepara davanti ai tuoi occhi. E mangi 'sta salsina con i nachos, masticando i pezzi di avocado maturo, con un gusto fortissimo ma meno acido di quello che avevo mangiato altrove (anche il servire la salsa a temperatura ambiente giova al gusto).

  jackpierGiotto

 

   
   
 
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New York City - Flatiron, New York - USA
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New York City - ONU, New York - USA
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New York City - Brooklyn Bridge, New York - USA
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New York City - Liberty Statue, New York - USA
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New York City - Chrysler, New York - USA
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