Nonostante fossi stato altre volte gli States, un mio grande desiderio era di visitare la Monument Valley, Navajo Tribal Park. Forse per la televisione o forse per il mito che si è creato attorno; bene, quest'anno ho deciso di fare un bel giro dei parchi, ma l'obiettivo principale dell'itinerario è stato Monument, almeno a livello emotivo.
La tappa precedente che ho fatto è stata Page, ovvero la cittadina al centro del comprensorio costituito da Canyonlands, Arches e Dead Horse Point. Per arrivare alla Monument da Page si percorre in direzione Sud la 191 e si attraversano in sequenza Monticello, Blanding e Bluff. Poi, a Bluff, si gira in direzione Mexican Hat e si prosegue fino ad incontrare sulla destra una stradina affollata di mercanti indiani che poi vi porterà al Visitor Center. Si può arrivare alla Monument anche provenendo da Sud, cioè da Kayenta, ma è altamente consigliato approcciare da Nord, perché la vista della Monument raggiunge il suo massimo splendore (avete presente tutte quelle cartoline dove si vede la strada finire in cielo, attorniata dalle guglie della Monument?).
L'alloggio più vicino è il Goulding's Lodge, praticamente davanti alla stradina che vi porta nel parco. Il proprietario (così raccontano le guide) è stato il vero promoter della valle al tempo dei primi film western. Comunque questo Lodge (sempre pieno) è il miglior centro dove trovare info su escursioni nella valle. Se escludiamo il Goulding's Lodge, uno dei pochi centri dove sia possibile fermarsi è Kayenta. Si trova ad un'ora buona di viaggio dalla Monument. Ha praticamente solo tre alberghi, quindi il mio consiglio è di prenotarlo già da casa, altrimenti è molto facile passare la notte in auto. Inoltre la sera (chissà perché) i prezzi lievitano al crescere del buio. E' bello vedere come verso le 20.30 ci sia la fila davanti ad ogni hotel, per la famosa caccia al prezzo minore! I tre hotel sono l'Holiday Inn, il Best Western "Wheterill Inn" e infine l'Hampton Inn. Io ho optato per il terzo ed ho fatto benissimo. Costa [agosto 2002] meno degli altri (anche se sono tutti e tre comunque abbastanza costosi) ed è il più nuovo. Camere spaziosissime, pulite e appena fatte; ristorante all'interno arredato in stile indiano, veramente bello ed accogliente con un gran camino al centro e con i prezzi stranamente bassi per la qualità del cibo! Infine colazione compresa nel prezzo e composta da un gran buffet degno di Las Vegas. Io ve lo consiglio caldamente.
Ciò che fa un po' effetto quando si arriva al confine Utah/Arizona è che non trovate un cartello "riserva Navajo", ma più giustamente "Navajo Nation". Infatti ogni cosa incontrerete (dal bidone alle case) è marcato da questa scritta. Ti bastano pochi km dentro questa zona per capire che non sei più negli States, ma sei proprio in un altro stato. Gli indiani che ho incontrato, dal general store al benzinaio, sono più schivi e riservati anche se capiterà spesso di incontrarne alcuni un poco indisponenti. Ma del resto quella è casa loro e quindi bisogna stare alle regole del gioco! Quando si supera Mexican Hat, le cartine dicono che si dovrebbe avere la Monument di fronte e allora ogni volta che si intravede in lontananza una formazione rocciosa ti sale il cuore in gola, come se stessi per atterrare su Marte. L'impatto emotivo e visivo della Monument (arrivando da Nord) è qualcosa di unico. Il cielo che passa dall'azzurro al blu scuro crea contrasti con tutta la terra rossa sotto; sembra di essere in un luogo artificiale, ma poi ti accorgi che è tutto vero. Quando si cominciano a vedere sullo sfondo i picchi della monument il mio consiglio è di accostare l'auto e di scendere. A parte le poche auto (molti di più i camper) vi troverete in un silenzio stranissimo, interrotto solo da leggeri aliti di vento che muovono la sabbia rossa. Stupendo. Invece per arrivare nel parco occorre praticamente superarlo e questo all'inizio mi aveva creato non pochi dubbi; pensavo "non è che ho già superato l'ingresso?". Invece questo è posto molto in là, e lo vedrete perché la strada che vi ci porta è all'inizio costellata di casupole di mercanti nativi. L'ingresso mi sembra sui 5$ a persona, ma non ricordo bene. Il mio consiglio è di avere un bel fuoristrada, perché il percorso è totalmente sterrato (ci mancherebbe anche che asfaltassero la valle, luogo sacro per eccellenza. Mi raccontava un nativo che quando "batterono" la strada che oggi vediamo ci fu una mezza sommossa dei nativi americani). In pratica percorrerete un percorso fatto di tanti punti di sosta dove avrete la possibilità di ammirare il parco da tutti i punti. I più belli a mio avviso sono il John Ford, il Totem Pole e le Three Sisters. Ma ovviamente questo è soggettivo. Per chi avesse più tempo, è altamente consigliata l'escursione con l'indiano come guida. Quando si decide di viaggiare bisogna andare incontro alle esigenze un po' di tutti e allora mi sono goduto comunque quella ora e mezza fatta da un vista point all'altro. Un appunto, la Monument non può essere oggetto di recensione. Me ne accorgo ora mentre rileggo questo brano. Infatti ti lascia delle emozioni talmente forti dentro che sembrano impresse nella mente e nel cuore. Ha dei colori, un fascino, un mistero che non sono raccontabili o fotografabili, vanno vissuti anche solo per un secondo. Quando vedete i due Mittens (uno nello Utah e l'altro nell'Arizona) capite perché siete venuti lì, un po' come lo fu il monte di Devils Tower, WY per Drejfuss in Incontri ravvicinati.
Una costante di tutto il viaggio nella Navajo Nation è sicuramente la bancarella di oggettistica degli indiani. Si trovano praticamente ad ogni vista point, ma non solo della Monument. Hanno dei gioielli veramente belli e se pensate che la loro economia si basa essenzialmente su quelli farete fatica a non comprargli qualcosa. Consiglio i loro manufatti in argento, ma sono molto difficili da trovare, perché ne hanno pochi e sono costosi quindi poco turistici.
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